martedì 14 febbraio 2017

Split - Storia di una scelta ardua (Spoiler Free)

L'altra sera sono successe diverse cose strane, cose assurde, cose che ... va bene, senza esagerare, ho visto un film e mi ha lasciato strano.
Ma partiamo dall'inizio.

Un paio di mesi fa con alcuni amici scopriamo che Leonardo DiCaprio sta girando un film sulla storia di Billy Milligan, un uomo dalle 24 personalità (a volte sentirete dire 23, ma solo perché alcuni non sanno contare) il cui caso fece molto scalpore negli anni '70. Mentre cerchiamo incuriositi sugli smartphone aspettando i nostri ravioli al vapore, veniamo a sapere che un altro film ispirato al medesimo personaggio sarebbe uscito diversi mesi prima (cioè in questi giorni), e la cosa ci infastidisce non poco.
Nelle nostre candide menti immaginiamo già la versione di DiCaprio come una pellicola in grado di permettergli di raggiungere nuove vette della recitazione e magari correre per un secondo Oscar, mentre vediamo l'altro come il solito film omologo che esce in coppia con quello che ha davvero avuto l'idea giusta. È una cosa che succede spesso a Hollywood, e se a volte è facile immaginare chi sia l'originale e chi lo scopiazzatore, nella maggior parte dei casi ci si ritrova semplicemente con due film dalle premesse molto simili che escono lo stesso anno (ricordiamo tutti le varie accoppiate Armageddon Deep Impact, Uno zoo in fuga Madagascar, A bug's life Z la formica).
Ma prima di cospargere il primo raviolo con la salsina agrodolce, metto l'animo in pace a tutti con i nomi dei due registi chiamati a girare i suddetti film. Se quello con DiCaprio ha avuto dalla sorte Joel Schumacher (che tutti ringraziamo per aver trasformato la saga dell'uomo pipistrello in qualunque cosa sia Batman & Robin), all'altro è toccato niente meno che M. Night Shyamalan.
Ora, il discorso del mio rapporto con Shyamalan è abbastanza complesso, e mi rendo conto che per quando arriveremo al sake di commiato questo post potrebbe aver raggiunto un numero leggermente elevato di caratteri, ma se non riuscirò a essere sintetico almeno sappiate che un po' ci ho provato.

Scusi, può portare dell'altra salsina per favore?

All'inizio fu Il sesto senso, e l'avvento del concetto di spoiler nella mia mente ignara. Visto che ancora non c'erano i social, all'epoca riuscii a godermi tutto il film fino alla fine senza neanche sforzarmi (tutt'altra cosa adesso ogni volta che esce un nuovo episodio de Il Trono di Spade).
Poi venne Unbreakable, che in maniera tutta sua ci reintrodusse a un genere, quello supereroistico, che in quel periodo era stato un po' dimenticato (ma che all'insaputa di molti di noi stava per rinascere come una Fenice). Finora andavamo piuttosto bene.
Poi arrivò Signs, che mi convinse poco, e in seguito fu un po' una serie di alti e bassi, con l'unica costante quel finalone a sorpresa che spesso ci costringeva a rivedere tutto il film, provvisti di una chiave di lettura nuova di zecca.
Sul web ognuno negli anni ha tracciato la propria personale linea di demarcazione tra "il periodo buono" e "la caduta". Alcuni la pongono su The Village, altri su Lady in the Water, ma più o meno siamo tutti passati dall'altra parte per quando si arriva ad After Earth, di fatto il suo ultimo blockbuster (che non è solo una ex-catena di home video, ma un termine che indica pellicole di elevato successo e, per estensione, film ad alto budget che puntano naturalmente ad altrettanto alti incassi per rientrare delle spese).
Personalmente, però, il mio problema con Shyamalan non è il declino della qualità dei suoi film. Quando qualcuno ti regala un buon film, non ha senso prendersela se non gli riesce più o se attraversa un lungo periodo no. Forse si smetterà gradualmente di dargli fiducia e di investire tempo e denaro nelle sue opere, in attesa magari di un inaspettato ritorno, ma lo stesso non penso che questo sia in sé motivo di biasimo.
Ciò che invece merita il rancore che ancora mi porto dietro è il tragico effetto che uno dei suoi film più mediocri ha avuto sull'intero panorama del cinema fantastico (scusate se è poco). Sto parlando ovviamente dell'unica pellicola non originale del suo repertorio, il film tratto da un'incantevole serie animata uscito nel 2009 con il titolo L'ultimo dominatore dell'aria.

Ricordate quando vi ho detto che il mio rapporto con Shyamalan era un po' complicato? Questo perché esso si interseca col rapporto che ho con l'opera originale da cui è tratto l'abominio di cui sopra, vale a dire la serie animata (o cartone, i puristi che vi correggono sempre con "anime" stavolta non possono nulla, visto che si tratta di una produzione americana) conosciuta in tutto il mondo come Avatar: The Last Airbender.
Va bene, forse non è proprio conosciuta in tutto il mondo, anche in Italia è arrivata piuttosto in sordina con il titolo Avatar: la leggenda di Aang (sfido chiunque di voi a dire che ne ha visto anche solo un episodio su Rai Yo Yo). Diciamo che per i fan come il sottoscritto si tratta di un'opera molto importante, qualcosa che meriterebbe un post lungo il triplo di questo (prima o poi, ma non oggi).
Il film di Shyamalan segue più o meno l'andamento della prima di tre stagioni, riuscendo a martoriarne eventi e contenuti e mettendo per molto tempo fine all'idea di vederne una bella versione live action (che significa con attori in carne e ossa). Poiché so quanto il materiale originale sia buono (e su, per stavolta fidatevi), è stato per me come se qualcuno, in un universo alternativo, avesse fatto un Ritorno al Futuro da schifo al posto di quello vero, privando per sempre gli abitanti di quella realtà di una delle più belle e peculiari saghe di tutti i tempi.
Questo è qualcosa che ancora oggi non mi va giù; c'era la possibilità di una serie di film uno più bello dell'altro, e invece ora il concetto è rovinato e non potrà essere rivisitato probabilmente per diversi anni. Certo, ho sempre la serie animata, per carità, ma vedere quelle cose in un film avrebbe significato dare tutta una nuova prospettiva all'esperienza riuscendo ad ampliarla ulteriormente e regalando a noi fan sparsi per il mondo nuove emozioni in un universo tanto affascinante come quello di Avatar: The Last Airbender.

Come conseguenza di questa empietà, mi sono ripromesso che non avrei mai più dato un euro a M. Night Shyamalan, e che se avessi mai visto un altro dei suoi film sarebbe stato in televisione o a casa di qualcuno. Finora la cosa non aveva richiesto un grande sforzo, ma poi è arrivato questo Split a complicare le cose.

Uhm, c'è qualcosa di strano...

Come potete immaginare dal tenore dei miei post, mi piace tenermi informato sul mondo del cinema e bazzico la rete come un appassionato di calcio bazzicava le edicole negli anni '90 (non sono aggiornato su come vivano la propria passione gli appassionati di calcio di quest'epoca, ma questa è un'altra storia). In lungo e in largo mi sono arrivate nelle ultime settimane mezze frasi e brandelli di informazioni inerenti un finale tra i più carichi dell'elemento spoiler, finale che avrebbe lasciato presagire un possibile seguito il cui annuncio sarebbe presto arrivato.
Ora, un conto è evitare accuratamente le recensioni e i commenti, ben altro riuscire a stare alla larga da news e annunci vari. Se la natura di questo possibile seguito (che in effetti è stato più o meno confermato pochi giorni fa) era davvero così intrinsecamente legata al finale di cui sopra, la possibilità di uno spoiler si faceva nella mia mente sempre più pressante.
Che fare? Rinunciare a una sorpresa che il destino sembrava porgermi su un piatto d'argento, o rompere la promessa e finanziare colui che mi aveva privato di un'intera saga dal potenziale meraviglioso?
Il dilemma sembrava non avere soluzione, a parte quella ovviamente scartata all'istante della pirateria, ma poi la sorte mi ha fornito una terza strada, e sono così entrato in possesso all'ultimo di un biglietto altrimenti inutilizzabile che mi ha permesso di scoprire il mistero di questo film e soprattutto del suo finale a sorpresa.

Come sempre, il problema è la scelta

Ecco, adesso che i prodromi sono stati spiegati (pensavo peggio) posso dedicarmi alla prima parte della recensione, quella in cui vi racconto le mie impressioni e vi dico se il film valga o meno la pena di essere visto.
Ebbene... non si tratterà del miglior thriller della stagione, ma la pellicola si lascia vedere più che piacevolmente, poggiando interamente sull'interpretazione di James McAvoy e sulla regia pulita di uno Shyamalan tornato in grado di stemperare certe esagerazioni cui ci aveva abituato negli ultimi tempi. Insomma, secondo me non vi perdete niente se aspettate l'home video in una qualunque delle sue forme, ma se siete appassionati del genere o semplicemente curiosi e soprattutto non troppo esigenti, il prezzo di un biglietto scontato direi che potete anche investirlo.
Se però ho scritto il suddetto post non è certo per dirvi questo, ma per condividere con voi l'effetto che quel finale ha avuto su un'esperienza già fuori dal normale. Se infatti mai avrei pensato di tornare a vedere al cinema un film di M. Night, le probabilità di un evento del genere si fanno enormi in confronto a ciò a cui ho assistito in quell'ultima scena.
Non aspettatevi però uno dei suoi soliti finali che reinterpretano l'intero film e ne cambiano la struttura invogliandovi a riguardarlo per rileggere ogni scena, forti di nuovi informazioni e alla ricerca di questo o quell'indizio che la prima volta vi era sfuggito (un'esperienza che personalmente adoro, ma che richiede uno stratagemma che dopo Il sesto senso è stato leggermente abusato); no, questo è di tutto un altro tipo, e all'ultimo vi serve una sorpresa che arrivati alla fine proprio non vi aspettavate, del tipo che nella torta di compleanno trovate una spada laser vera e funzionante.
Va bene, forse l'esempio della spada laser è un po' esagerato, ma avete capito l'idea. Poiché amo strenuamente le sorprese piacevoli, vi sconsiglio di spoilerarvi questo finale leggendolo da qualche parte. Se però non vi va di sorbirvi un intero film del quale in fondo non vi importa nulla, oppure l'avete già visto e volete conoscere le mie impressioni, cliccate qui.

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Infine, se avete voglia di dare un'occhiata alla serie animata cui ho accennato sopra prima che mi decida a scriverne una meritata recensione, vi consiglio di farlo in lingua originale. Le interpretazioni sono molto più serie senza essere seriose, mentre in italiano almeno a me sembrava di guardare un episodio della Melevisione.

Al solito a presto, e buona visione.

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